Di certe cose ti rimane impressa l’immagine, di altre il sapore, l’esperienza, o chissà quale altro aspetto. Chi poteva immaginare che della fotografia antica la cosa che mi rimanesse più impressa fosse l’Odore? Siamo i figli del digitale, dei cibi precotti, dell’informazione lampo, della facilitazione.
Oggi giorno chi ha successo è colui che semplifica processi produttivi.
Guarda i bravi sviluppatori di applicazioni, i creatori di contenuti utili (anche “quale sarà il mio outfit del weekend” è un contenuto utile - pandemie a parte…) guarda chi sviluppa sistemi operativi, strumenti tecnologici, realtà aumentata, intelligenze artificiali. E in tutto questo noi, e con NOI intendo gli esseri umani, quelli che ancora esistono insomma, ci troviamo ad affrontare la vita come un contenitore di esperienze preconfezionate e per certi aspetti sterilizzate, filtrate dalla pastorizzazione tecnologica e private di quella che è l’anima della sostanza. SOSTANZA. E’ la parola chiave.
Shakespeare disse “siamo fatti della stessa Sostanza dei sogni”
… cosa accade se cominciamo a dimenticare la Sostanza? Cosa accade se svuotiamo l’esperienza della materia? Cosa accade ai Sogni? Scenari apocalittici di crolli d’ideali, di ambizioni. Milioni di cassetti in cerca di sogni vagano per il mondo
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Ecco che una fotografia antica diventa il rifugio dal nichilismo emozionale. L’odore del collodio, l’emozione del “buona la prima” che abbiamo perso, l’importanza della luce che si riprende il ruolo primario rispetto a sensori e transistor.
E quello che rimane in mano: una lastra impressionata dalla luce e dalla chimica. Spalmata di esperienza e magia.
Grazie a chi fa si che questa memoria non si perda, a chi costruisce ancora EMOZIONI dietro al SERVIZIO. A chi crede nell’esperienza, e nella bellezza.
Se ti piace l’idea di provare questa esperienza puoi contattare il mio amico Alessio Vissani, che mia sembra riduttivo definire “fotografo”. Tel: 3289035777 www.alessiovissani.com
Nel video la nostra esperienza. Spero vi piaccia.